Eventi pubblici e non: promossi con riserva, rimandati a settembre con debito o bocciati direttamente?
Alcune mie considerazione sulla gestione degli eventi pubblici nel pre-durante-post emergenza condivise in un articolo sul blog di Alessandro Gargiulo con altri Connection Manager® esperti di webmarketing strategico.
Era il 21 febbraio quando scoppia il caso “Vo’” in Italia, nei giorni successivi le autorità cercano di capire come comportarsi rispetto ai grandi assembramenti e qualche organizzazione inizia a rinviare qualche concerto, i congressi vengono posticipati di qualche settimana, la programmazione primaverile inizia a rallentare.
Finché le donne italiane si stanno preparando per uscire con le amiche per festeggiare l’evento atteso annnualmente della la Festa della Donna, il Governo -con il DPCM emanato proprio l’8 marzo- blocca in maniera definitiva qualsiasi forma di assembramento pubblico : “[…] sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico.”.
L’industria del public entertainment, che vale in Italia circa un 6,8% del PIL nazionale (ricerca Fondazione Symbola 2019) si ferma in maniera improvvisa lasciando tutti gli operatori economici di settore e le organizzazione di ogni ordine e grado in balia del nulla. Fioccano ovunque notifiche di annullamento evento, newsletter che annunciano posticipi a settembre (forse!), post e comunicati stampa che “vi teniamo buono il biglietto ma ci vediamo nel 2021” (vedi comunicati FIFA EURO 2020).
Cosa fare?
Curare le relazioni con i propri “utenti”, con un piano di comunicazione che riesca a mantenere l’attenzione e una connessione diretta nel tempo.
La gamification delle relazioni con delle #challenge: sai che magari con la viralità del video su tiktok o dell’hashtag non si riesca di farsi conoscere da qualche nuovo potenziale partecipante?
Testare nuovi modi e modelli di partecipazione o organizzazione per un evento, sfruttare il digitale per creare aggregazione a distanza con i più affezionati, impiegare la tecnologia di streaming live per essere altrettanto coinvolgenti di sempre.
Cosa ci riserva il futuro?
Abbiamo sempre parlato di “Security & Safety negli eventi”, ora si dovrà introdurre e lavorare anche su un nuovo aspetto e parleremo di “Security, Safety and Health negli eventi”, perché -diciamocelo- per quanto oggi la tecnologia possa essere immersiva e le proposte allettanti nessuno metterà da parte il “live”: provare l’emozione di un concerto dal vivo, ballare fino a mattina con gli amici o cantare a squarciagola un coro da stadio.
Ecco allora che nessuno rinuncerà al suo evento del cuore. Sanremo è un evento. Design Week è un evento al pari del lancio di un’auto. I Campionati europei di calcio sono un evento, come lo è stato Expo Milano 2015, che ha cambiato il volto di una città, il Tour di Ligabue o una mostra. Facendo una semplice sommatoria, pensiamo che i partecipanti a eventi in genere sono in media più di 28 milioni di italiani annui (fonte ADCgroup), quasi la metà di tutta la popolazione nazionale.
Gli organizzatori dovranno “catalizzare” l’interesse in maniera strategica con rinnovato entusiasmo partendo proprio dai più affezionati e far raccontare a loro le emozioni di ritornare, nonostante tutto, di nuovo protagonisti.
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Leggi tutto l’articolo: “L’evoluzione delle attività post emergenza: 10 esperti analizzano 10 settori specifici.“